giovedì 17 giugno 2010

Psicologia ingenua. Osservazioni ed altre spuculazioni.

Sono un’osservatrice tutt’altro che distratta. Mi piace osservare le persone: ci sono individui che su questo interesse hanno costruito le loro carriere, vedi artisti di vario genere, comici e attori. Io ne traggo solo un beneficio effimero (ahimè!) e per giunta ho deciso di fare la psicologa, forse proprio per affinare il mio “dono” naturale…era meglio se facevo l’ingegnere (almeno guadagnavo di più!).


Inutile divagare, concentriamoci sul genere umano come fonte inesauribile di scoperte. Le stravaganze sono quelle che anche gli osservatori più distratti riescono a cogliere: vedi la signora settantenne che si è tinta i capelli rosso fuoco o lo stimato professionista che ama abbinare il colore delle scarpe a quello della montatura dei propri occhiali.

Ma a noi osservatori un po’ più fini (siamo soprattutto donne ma non solo) non sfuggono le debolezze: la ragazza che ha fame ma non vuole apparire come una che mangia davanti al ragazzo che frequenta, pertanto è portata a lasciare sempre qualcosa nel piatto (qualcosa di infinitamente piccolo) con la scusa di essere davvero piena.

Le relazioni: prendi una giovane coppia ( ma non di novelli sposini: quelli si guardano con i cuoricini negli occhi come i cartoni animati giapponesi) al centro commerciale, magari anche con piccoli figli urlanti infilati nei carrelli; penso che si potrebbe scrivere un libro sulla quantità di messaggi inviati con comunicazione non verbale tra i due. Lei è quasi sempre la più isterica per via del caos, dei figli urlanti e di Lui, perché quest’ultimo di fronte al reparto faidatè/elettronica/accessori per auto (dipende dal Lui, ma spesso il genere maschile è attratto in eguale misura da tutti i reparti appena nominati) prende le sembianze dei suoi stessi bambini urlanti prima (perché vuole comprare qualcosa di assolutamente inutile con il quale promette di fare miracoli di indubbia utilità per tutta la famiglia), di una cane bastonato dopo, quando la moglie lo fulmina con lo sguardo, ormai consapevole dei vizi del marito, un po’ come un genitore con il figlio tossico.

Le illusioni: soprattutto gli illusionisti, cioè tutta quella categoria di individui che vorrebbero sembrare altre persone e talvolta si illudono di poterci riuscire. Vedi la Lei cinquantenne strizzata in un paio di jeans che sembrano una seconda pelle, con un corpetto che le strizza le tette (un po’mencie e incartapecorite dall’età e dalle frequenti lampade abbronzanti) che ondeggia su improponibili tacchi 12 cm. Le rughe sul collo però, svelano la reale identità.


Stereotipi? cliché? Forse sì. Ma il genere umano è (anche) fatto così e difficilmente anche noi psicologi, riusciremo a coglierne tutte le sfumature.

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